Oggi, nella giornata della memoria, è stata posizionata dalla dottoressa Carla Pasca, presidente dell'International Inner Wheel Sassari Castello, una pietra d'inciampo di ottone lucente al numero 28 di Piazza d'Italia, a Sassari, la casa in cui Zaira Coen Righi, insegnante di scienze del liceo Azuni, abitava.
Zaira nacque a Mantova nel 1879 e si trasferì a Sassari nel 1919 dopo aver sposato un medico sassarese. Lavorò come professoressa di scienze fino al 1938, anno in cui vennero emanate le leggi razziali, a causa delle quali venne allontanata dal lavoro.
In seguito alla morte del marito, nel 1943 si trasferì a Firenze dalla sorella. Vennero entrambe denunciate dal portiere dello stabile in cui vivevano, arrestate e deportate ad Auschwitz il 23 maggio 1944, dove trovò la morte lo stesso giorno del suo arrivo nelle camere a gas.
La pietra d'inciampo che la ricorda, vede stampate tutte le date importanti della vita di Zaira, il cui nome per intero viene riportato con un carattere più grande, simbolo stesso delle pietre d'inciampo (Stolpersteine in tedesco), progettate dall'artista tedesco Gunter Demnig, che ha fatto proprio un passo del Talmud:
“Una persona viene dimenticata soltanto quando viene dimenticato il suo nome”
Quella posizionata davanti alla porta della casa, nella quale ebbe ultima residenza Zaira, è la prima pietra d'inciampo della Sardegna, e costituisce un vero e proprio museo all'aperto, utile a stimolare la memoria, per ricordare una storia tragica, quella dell'Olocausto, che non deve assolutamente essere dimenticata.
Qui di seguito trovate le interviste a Carla Pasca, socia del Cesim:
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